lunedì 21 dicembre 2009
La dislessia
Cos'è la dislessia? Come si manifesta a scuola?
La Dislessia Evolutiva è un disturbo (non una malattia) che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benchè si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone.La dislessia non è causata da deficit cognitivi (intelligenza), né da problemi ambientali o psicologici, né da deficit sensoriali (vista - udito) o neurologici.La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, di natura neurobiologica, su base prevalentemente genetica.Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le proprie capacità e le sue energie, poichè non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali come nella memoria di lavoro che permette la conservazione temporanea di informazioni utili a eseguire un certo compito. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi. Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) o la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d, a/e), a volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni) può avere difficoltà nell'esposizione orale dicontenuti complessi: in particolare nelle interrogazioni la necessità di controllolinguistico è maggiore e l'emozione pure, quindi la difficoltà emergein modo più evidente rispetto al linguaggio quotidiano. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, ma questo è solo una conseguenza, non la causa della dislessia.Anche dopo le elementari persistono lentezza ed errori nella lettura, che spesso ostacolano la comprensione del significato del testo scritto. I compiti scritti richiedono un forte dispendio di tempo. Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente, a prendere appunti. Per questi insuccessi talvolta perde la fiducia in se stesso e può avere alterazioni secondarie del comportamento.
Quali sono i DSA? ( Disturbi specifici dell’apprendimento)
I DSA sono: dislessia (difficoltà di lettura), disgrafia (disturbo nell'esecuzione del tratto grafico), disortografia (disturbo della competenza ortografica, cioè difficoltà nel trasformare il linguaggio parlato nel linguaggio scritto) discalculia (difficoltà del calcolo e dell'elaborazione numerica)
La scuola diventa per questi ragazzi il teatro di tutti i drammi e le sofferenze generate dal disturbo.
Cosa sono gli strumenti compensativi e dispensativi?Le misure compensative sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo supportando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza dovuti ai DSA. Sono strumenti compensativi ad esempio il pc, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l'utilizzo di mappe concettuali o mentali e cartine durante le interrogazioni, il dizionario digitale, una diversa presentazione delle modalità di verifica, ecc. Sono invece misure dispensative: gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, ridurre i compiti a casa, evitare l'apprendimento mnemonico, ridicolizzarlo, correggere tutti gli errori nei testi scritti,dare liste di parole da imparare, farlo copiare dalla lavagna, farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato, paragonarlo ad altri. La loro applicazione è prevista dalle note ministeriali in tema di DSA. L'utilizzo di tali strumenti in classe e a casa non elimina il disturbo, ma agevola l'apprendimento e richiede da parte degli insegnanti la conoscenza del disturbo e delle sue manifestazioni. Un modello ragionato di possibili strumenti compensativi e dispensativi è pubblicato nelle ultime due pagine della circolare 13925 del 4-9-2007 dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna ( vedi sito www.dislessia.it sezione NORMATIVA). Con un buon metodo e gli strumenti adatti il DSA si può compensare, ma non eliminare il problema, per questo è importantissima la diagnosi precoce tra la prima e seconda classe della scuola primaria
mercoledì 16 dicembre 2009
lista libri 2009
“Comincerò dall’inizio. Anche se l’inizio non è mai dove si pensa “ La mia storia non è soltanto mia”; è la storia dei miei libri dell’ultimo anno cominciata verso Natale.
“Sono una lettrice da sempre; ho letto in ogni fase della mia vita e non c’è mai stato un periodo in cui la lettura non sia stata per me la gioia più grande. Eppure non posso fingere che le letture fatte da adulta equivalgano, quanto a impatto sull’anima, a quelle di quand’ero piccola. Credo tuttora nelle storie. Tuttora perdo la cognizione di me stessa quando sono nel pieno di un buon libro.” – Per tutte queste ragioni: compro libri.
Soprattutto per le vacanze natalizie provvedo a rifornirmene, perché, per me è un vero piacere trascorrere i pomeriggi seduta in poltrona davanti al caminetto acceso e immergermi in qualche storia infinita, e se fuori piove, l’atmosfera è completa. Così per il Natale 2008 avevo acquistato il libro di Niccolò Ammanniti “ Come Dio comanda”, purtroppo questa storia di balordi non riesce ad interessarmi, allora ne comincio un altro “ Non avevo capito niente” di Diego De Silva. In questo, trovo un avvocato sfigato e abbandonato dalla moglie. Peggio che andar di notte! Passa un po’ di tempo e compro un altro libro ( su indicazione di mio fratello che ama gli scrittori ebrei soprattutto P. Roth, che poi fa sorbire anche a me)” Il lamento del prepuzio” Di Shalom Auslander, un outsider ( scrittori liberi, lett. Cani sciolti) Questi, narra praticamente, la sua crescita umana e religiosa a New York nelle scuole ebraiche e nella stessa famiglia dove gli viene inculcata l’idea di un dio vendicatore pronto a punirlo per ogni sua mancanza. Lotta e ricerca di un Dio personale dove lo scontro è perennemente aperto. A metà lettura, rinuncio.
Il 22 aprile, visto che Rita Levi Montalcini compiva 100 anni e aveva anche scritto un libro per finanziare le sue ricerche, per solidarietà femminile: lo compro. “ Le tue antenate”, storie molto semplici di donne che hanno amato la scienza e la cultura raggiungendo anche grandi risultati senza ricevere premi, anzi a volte hanno pagato anche con la vita il desiderio di conoscere e di imparare.
A maggio ricevo come regalo “ La verità del ghiaccio” di Dan Brown, lo stesso che ha scritto “ Il codice da Vinci”. Un bel thriller che alla fine si tinge fortunatamente di rosa. Anche la dedica che mi ha fatto il donatore merita di essere ricordata “…..se la stima e l’affetto si potessero dimostrare con le parole non basterebbe tutto l’inchiostro che circola nel mondo”. A luglio ci ha lasciato per sempre.
Per quelle lunghe e calde giornate estive, tipo quelle descritte dalla Mazzantini in “ Non ti muovere”, provvedo a comprare un altro libro, consigliatomi perché è una storia allegra, il titolo stesso ne è la riprova “ La banda dei brocchi” di Jonathan Coe. Forse a causa della caligine, onestamente, lo ammetto, non sono riuscita ad inserirmi nelle vicende e nelle lotte di queste famiglie degli anni sessanta, in Inghilterra, anzi, man mano che andavo avanti nella lettura mi sentivo anch’io sempre più brocca.
Rinuncio ai libri, a settembre si ritorna al lavoro, e comincio a scrivere e a sognare mentalmente la mia bella storia, una classe prima, 17/18 alunni, tante attività da svolgere, teatro, fantasia al galoppo e a briglie sciolte. Un bel giorno mi sveglio e mi accorgo di aver fatto un “ Doppio sogno”, non come quello di Arthur Schnitzler naturalmente, qualcuno avrà anche visto il film con Nicole Kidman, ma sempre doppio: due classi unite e 34 allievi. Veramente la banda dei brocchi! Altro dirvi non vo’.
E siamo di nuovo a Natale. In questi giorni uscirò per fare compere e scegliere nuovi libri, farò in modo però di essere più attenta ed oculata dell’anno scorso, così…
“ seduto accanto al fuoco, rifletto
al mondo che verrà,
quando l’inverno un giorno giungerà
ma della primavera io non vedrò l’aspetto
Vi sono infatti tante e tante cose
Che io purtroppo ancora non conosco.
Seduto accanto al fuoco rifletto
Ai popoli vissuti tanto tempo fa
Ed a coloro che vedranno un mondo
Che a me per sempre ignoto resterà.”
da“ Il Signore degli anelli” J.R.R. Tolkien
Se qualcuno ha il “coraggio” di leggere i libri sopra descritti, non vada alla libreria Tavella, ma si rivolga direttamente a me che sarò ben lieta di accontentarlo.
Buon Natale!
post pubblicato da Annamaria (per motivi tecnici appare Maria Lucia)
martedì 8 dicembre 2009
"Quando la grammatica è un'opinione"...
lunedì 30 novembre 2009
riforma Brunetta
giovedì 26 novembre 2009
Dalla teoria...alla pratica
Vi segnalo qualche approfondimento sulla tematica
giovedì 19 novembre 2009
Considerando le difficoltà che si devono affrontare, con gli alunni stranieri si è in genere più indulgenti. Si tratta di un atteggiamento condivisibile, dato che sarebbe un assurdo pedagogico richiedere prestazioni analoghe ai madrelingua italiani. Bisogna fare attenzione però a che esso non si trasformi in un pregiudizio didattico per il quale la condizione di inferiorità comunicativa non è modificabile. Bisogna al contrario puntare a fornire nel più breve tempo possibile tutti gli strumenti linguistici perché l’alunno raggiunga gli obiettivi formativi che lo rendono autonomo sia a scuola sia nella società. Forse per alcuni sarà un obiettivo difficilmente raggiungibile, ma la scuola ha il dovere di perseguirlo con tutti i mezzi a disposizione.
mercoledì 18 novembre 2009
L'effetto sperato
giovedì 12 novembre 2009
Digital Divide
martedì 10 novembre 2009
Life long learning
Domani ricomincerà il corso di formazione "Territori digitali" di Innovascuola. Spero che il nostro blog diventi il luogo per confrontarsi, per esprimere bisogni e aspettative, per condividere anche le "buone pratiche" che emergono dal nostro corso...affinché la nostra diventi veramente uan comunità di pratica!
Intanto, con un pizzico di presunzione, esprimo la mia soddisfazione nel condividere con sempre più colleghi l'esperienza di innovazione didattica che si sta vivendo nel nostro istituto: le LIM (ormai ben nove!) sono finalmente entrate nelle classi e gran parte di noi le utilizza nella didattica quotidiana, magari per ora solo come grande schermo di proiezione su cui sbizzarrirsi con tecniche e colori accattivanti in lezioni per lo più ancora trasmissive, ma tutti certamente proiettati verso un uso più creativo che ci permetta di integrare tutti i mezzi e linguaggi che oggi abbiamo a disposizione. Il fatto di entrare in classe, accendere e calibrare, attendere che la lavagna si illumini per potervi scrivere o proiettare è il primo passo perché essa diventi un "oggetto trasparente", abituale come lo sono stati per tanto tempo il gesso e la tavola di ardesia. Credo che sia solo questione di tempo e la LIM diverrà, come dice Daniele barca, "un punto d’incontro, (...) una via comoda per incontrare la cultura digitale giovanile, sia perché in classe permette allo studente di riconoscere simboli, modalità ed “estetica” del mondo che quotidianamente lo circonda; sia perché il docente, dal punto di vista del linguaggio multimediale, può scendere sullo stesso terreno dello studente, facilitando il superamento di quella separazione generazionale che prende il nome di digital disconnect".
Aspetto vostri commenti sul video che, provocatoriamente, allego
Risorse per la LIM
Segnalo di seguito qualche sito utile per approfondire la conoscenza e l’utilizzo della LIM.
http://www.innovascuola.gov.it/opencms/opencms/lim/lim.html
Canale tematico del MIUR interamente dedicato alla LIM. Ideale per l’autoformazione dei docenti.
http://scuoladigitale.cefriel.it/LIM-e-Didattica
Sezione dell’Ufficio Scolastico Lombardia con esperienze e materiali scaricabili per LIM
http://www.indire.it/scuola-digitale/lavagna/
Sito Indire con video, articoli e casi di studio che documentano esperienze didattiche con la LIM
http://www.racine.ra.it/icbagnacavallo/Progetto_LIM_Lavagna_Interattiva_Multimediale.html
Sito Istituto Comprensivo Bagnocavallo (Ravenna) con link di esempi di attività didattiche
http://www.interwritelearning.com/support/wstutorials.html#vids
dal sito ufficiale Interwrite i video-tutorials online per conoscere e utilizzare le nostre LIM
http://www.interwritelearning.com/support/videotutorials.html
dallo stesso sito Interwrite altri materiali formativi per conoscere e utilizzare meglio le nostre LIM
domenica 8 novembre 2009
Giorno della Libertà
Alcuni appunti per la didattica della Shoah
1 - Evitare la rappresentazione realistica dell’orrore. Utilizzare invece le rappresentazioni mediate, offerte da monumenti, musei, testi letterari, opere d’arte.
2 - Evitare resoconti troppo analitici e raccapriccianti.
3 - Evitare quindi anche il racconto di eventi, che possano essere troppo persecutori.
4 - Adeguare le proposte alle possibilità di comprensione e di empatia degli allievi, che sono variabili in funzione dell’età e della maturità psicologica.
5 - Favorire lo sviluppo di somiglianze e differenze con i perseguitati di allora: in questo ambito possono darsi dei processi di identificazione e a questo scopo si possono usare le storie delle vicende di bambini (quali quelle raccontate da Lia Levi) o di ragazzi, per quegli aspetti meno angosciosi e più comprensibili: ad esempio, il dover celare la propria identità, il dover trovare un rifugio per nascondersi, l’essere costretti a lasciare la propria casa e affrontare delle fughe un po’ avventurose.
6 - Far vivere in modo reale qualche aspetto della discriminazione: quella che è sempre in agguato in qualsiasi gruppo nei confronti dei diversi o in generale del gruppo estraneo, ed ha luogo facilmente anche nei gruppi di bambini piccoli, oltreché di ragazzi.
Va anche ricordato che c’è stato qualcuno che si può avvantaggiare (economicamente o socialmente: v.esclusione dalle scuole, dalle università, dagli uffici pubblici) della discriminazione contro gli ebrei o altri diversi.
7 - Collegare questa esperienza alle discriminazioni di allora e di adesso, nei confronti degli ebrei, ma anche degli altri, attuali "diversi".
8 - Ricordarsi che tutti i cattolici nel nostro paese, bambini e adulti, ricevono una prima informazione (già molto distorta) sugli ebrei come popolo antico, attraverso le vicende della vita e soprattutto della morte di Gesù: questa è stata (per secoli) la base di quell’antigiudaismo cristiano bimillenario, magistralmente ricostruito e condannato da Jules Isaac e da noi narrato assai bene da Cesare Mannucci (libro molto utile per qualsiasi insegnante italiano).
9 - Consentire ai bambini e ai ragazzi (di qualsiasi età) di esprimere tutti i loro dubbi e interrogativi sulle cose (per molti versi incredibili) che sono loro raccontate. A partire dalle loro domande farli discutere tra loro quanto più liberamente possibile. Va ricordato che su questa tematica, possono entrare in gioco pregiudizi, a volte trasmessi direttamente o inconsapevolmente dal linguaggio (si pensi alla connotazione negativa del termine ‘ebreo’ o ‘giudeo’, erratamente associato a Giuda Iscariota o "rabbino", così come è usato negli stadi italiani).
10 - Far riflettere i bambini e in modo particolare i ragazzi più grandi sulla funzione della memoria, che è in parte individuale (basta fare una piccola esercitazione su un ricordo personale, magari dell’estate precedente), in parte famigliare o del gruppo –classe, ma in parte anche collettiva e pubblica: questo del resto è uno dei significati di questa giornata che non a caso si chiama "della memoria": come ricordo collettivo del fattore unificante della Repubblica Italiana e della più vasta Europa libera, che sono nate dalla lotta contro il fascismo e il nazismo, e quindi dal rifiuto di ogni discriminazione, di tipo razziale o etnico. Alla memoria collettiva servono i luoghi (i ghetti, i campi di sterminio, ad esempio), i monumenti, le opere d’arte, i musei.
11 - Collegare l’antisemitismo al razzismo, che allora venne alimentato (in Italia) dalle vicende della guerra d’Etiopia: si veda la mostra e il volume su "La menzogna della razza". Può essere efficace citare la frase di Einstein, che a chi gli chiedeva qual era la sua razza, rispondeva : "razza umana". Ai ragazzi più grandi può essere offerta anche una storia culturale essenziale del razzismo e dell’antisemitismo, nei loro sviluppi più recenti in Francia, in Germania, e in Europa in genere.
12 - E’ essenziale che gli insegnanti -qualunque sia l’età dei bambini - dedichino a questa tematica (quando l’hanno già definita tra loro) un incontro con i genitori dei loro allievi, per informarli del loro programma e per coinvolgerli, laddove sia possibile: possono esserci ancora dei nonni che sono in grado di portare delle testimonianze significative, attraverso i loro ricordi. Ma possono esserci anche posizioni contrarie e presenza di pregiudizi: è bene essere preparati, facendo riferimento alla legge dello Stato, che ha istituito la giornata dalla memoria, approvata dal Parlamento italiano nel 1999 all’unanimità.
Professoressa Clotilde Pontecorvo, Università "La Sapienza"
Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione
Altro materiale utile sulla didattica della Shoah è reperibile sul sito www.ucei.it, dove è possibile anche scaricare il Bando di concorso "I giovani ricordano la Shoah", Anno Scolastico 2009/2010.
In biblioteca abbiamo anche il libro-testimonianza di Elisa Springer.
Nell'educazione un tesoro
Dalla Confererenza OCSE le linee guida per l'apprendimento collaborativo, grazie alle TIC, come valorizzazione dei molteplici talenti personali
sabato 7 novembre 2009
"Viviamo in un presente senza memoria,dove i giovani chiudono i loro orizzonti all'oggi......La memoria del passato permette loro di avere coscienza di ciò che siamo stati e di guardare con occhi diversi alla realtà per potere progettare il futuro in modo cosciente e responsabile.Ciò presuppone naturalmente la consapevolezza del valore della memoria,cioè per una civiltà la coscienza del valore di tramandare il proprio passato e ,in ultima analisi,della testimonianza.Il riferimento non è ad una memoria come luogo passivo del ricordo,ma come luogo attivo dell'impegno a non dimenticare,a vigilare sulla tutela della dignità e dei diritti che devono essere garantiti ad ogni essere umano in ogni posto del mondo.La SHOAH dovrebbe essere studiata perchè ha messo in discussione i fondaemnti della civiltà;essa aiuta gli alunni a riflettere sugli usi e abusi del potere,sui mali e le responsabilità degli individui."(cfr.COME INSEGNARE L'OLOCAUSTO A SCUOLA).
L'incontro con un testimone è un incontro privilegiato ma solo se adeguatamente preparato da un lavoro più completo e anche dalla possibiltà di interazione alunni - testimone.
Risorse in rete
http://www.medita.rai.it/progetto.aspx
pensando alla giornata della memoria...
http://www.deportati.it/per_docenti/default.html
venerdì 6 novembre 2009
benessere...anche per i "non umani"
Software didattico per stranieri
http://www.iprase.tn.it/old/ABC/Abcmenu.html
con giochi interattivi utilissimi sin dai primi giorni di inserimento
http://webs.racocatala.cat/llengua/it/index.html
attività relative al lessico e alla grammatica.
giovedì 5 novembre 2009
Benessere a scuola...per tutti
ma aspetto vostre utleriori comunicazioni e riflessioni in merito
mercoledì 4 novembre 2009
Sapevo di potere contare su dei colleghi in gamba ma non produttivi fino a questo punto!Complimenti,l'idea di una reciproca collaborazione ,di una apertura al dialogo e al confronto andranno certamente a tutto vantaggio dell'azione didattica e di conseguenza della formazione dei nostri alunni!
Ritengo che il lavorare insieme è un elemento indispensabile della nostra funzione docente.L'azione educativa può risultare tanto più efficace quanto più noi insegnanti abbiamo consapevolezza di questa reciproca interdipendenza e riusciamo a concederci un tempo ed uno spazio per dialogare e considerati gli impegni.. l'idea di un blog è geniale!
martedì 3 novembre 2009
Fare significa dimostrare che lo sai.
Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te.
Siamo tutti allievi, praticanti, maestri.